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  • Immagine del redattoreGabriele Magagnini

ANALISI E CRITICHE DEL PD DOPO IL VOTO

LA NOTA

"Difficile commentare un risultato elettorale marchigiano così duro nei numeri e nei risvolti. Resta a due giorni dallo spoglio una profonda amarezza solo parzialmente mitigata da un esito nazionale al contrario incoraggiante che ha visto il PD consolidarsi come primo partito e vincere in regioni chiave come la Toscana, la Campania e soprattutto la Puglia, dove addirittura Italia Viva aveva spaccato il fronte del centrosinistra presentando un proprio candidato con l'intento fortunatamente fallito di non far eleggere Emiliano. Tornando alle  Marche di certo sapevamo che avremmo incontrato delle difficoltà in questa campagna elettorale e che la partita sarebbe stata davvero complicata, del resto, quando non si conferma un Governatore uscente, non è certo un bel segnale ed è più che evidente che qualcosa, tanto a livello amministrativo quanto a livello politico, non sia andato per il verso giusto.

Ora occorre ripartire, ricostruire e fare tesoro degli errori commessi, senza autocritica non si va da nessuna parte.

Intanto però vogliamo ringraziare Maurizio Mangialardi, candidato valido, che si è battuto come un leone, ma che ha pagato il contesto sfavorevole, figlio di tanti errori e della conseguente voglia di cambiamento dei cittadini. Ringraziamo Roberta Pennacchioni che  ha risposto all'appello del partito provinciale che chiedeva la sua candidatura autorevole per rafforzare il consenso del centrosinistra nella terza città per ordine di abitanti del maceratese e pur  sedendo in consiglio comunale tra i banchi dell'opposizione e non beneficiando dunque di alcuna facile leva elettorale, è andata oltre le 500 preferenze in città, con un partito che ha superato le 1400.

Ora deve aprirsi una fase nuova, che parta però dall'analisi degli errori fatti e che arrivi ad un progetto di ricostruzione di lungo termine, un progetto lungimirante ed ambizioso, forti della tenuta del PD in tante zone d'Italia e dei successi ottenuti.

Per cambiare una casa però, per rinnovarla, in quella casa occorre starci, e non scappare per poi recriminare, criticare, attaccare.

Comprendiamo la grande delusione di chi credeva fortemente di poter entrare in consiglio regionale e non ce l'ha fatta, ma questo legittimo sentimento non può ancora una volta tramutarsi in rabbia e odio verso il Partito Democratico. Non è possibile continuare ancora una volta a raccontare la favola del buono contro i cattivi, del bene contro il male. Basta!

Se qualcuno fosse stato più lungimirante e non avesse assecondato i propri rabbiosi istinti, magari oggi sarebbe consigliere regionale tra le fila del Partito Democratico, invece resta a casa, ma non per colpa dei cattivi fantasmi democratici, piuttosto perchè alla politica ha preferito le guerre personali e l'adesione ad un progetto politico nato morto.

Basta con l'odio, basta con le guerre personali, si può perdere, si può vincere, ma la politica deve restare al di sopra delle beghe personali, la politica deve volare alto e saper ricostruire sempre, anche nei momenti più difficili.

Il Partito Democratico cittadino  già da settimane sta cercando di ricostruire un clima sereno, attraverso il coinvolgimento di tutti gli iscritti, dei simpatizzanti, degli elettori dell'attuale maggioranza cittadina ed ora guarda con preoccupazione a quei numeri che sono emersi dalle urne perché dicono che pur volendo unire tutti i consensi raccolti dal centrosinistra questo sarebbe minoritario in città. Avendo apprezzato l'equidistanza mantenuta dal sindaco Antonio Bravi in relazione a tutti i candidati che sostenevano il progetto Mangialardi, pensiamo  che proprio da lui possa partire la spinta verso un percorso di riavvicinamento e di consolidamento di tutto il campo del centrosinistra recanatese fino a renderlo competitivo, in termini sia di proposte che di radicamento, per fronteggiare questo dilagare di consensi verso destra".





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