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  • Immagine del redattoreGabriele Magagnini

L'ON. GIORGIA MELONI A RECANATI PER SOSTENERE SIMONACCI

Tanta gente, oggi pomeriggio, nella piazzuola del Sabato del Villaggio per l’arrivo dell’on. Giorgia Meloni venuta a Recanati per sostenere il candidato sindaco del Centrodestra Simone Simonacci che domenica andrà al ballottaggio con Antonio Bravi. La leader dei Fratelli d’Italia, è giunta proprio in compagnia di Simonacci e, prima di visitare il Museo Leopardi, si è concessa alle interviste. La Meloni ha detto: « l’augurio più bello a Simone di essere all’altezza del più grande tra gli abitanti di Recanati, Giacomo Leopardi; bisogna portare poesia in una città che ha bisogno di risposte dopo un’amministrazione che ha fatto evidentemente non bene, una sinistra divisa che non è riuscita a tornare compatta e, crediamo, invece, che Recanati possa e debba avere molto di più con un sindaco capace non solo qui di dare risposte ai problemi quotidiani». Sulle questioni nazionali l’esponente politico ha manifestato la sua soddisfazione per un piccolo record, quello di avere tutti i sindaci riconfermati, convinta di poter dare le giuste risposte a fianco dei cittadini per la difesa del commercio, l’attenzione alle famiglie, la lotta al degrado, garanzia di sicurezza, che poi sono le cose che chiedono gli italiani. Poi l’auspicio che anche a Recanati, con Simonacci sindaco, si possa fare la differenza. A proposito del Governo la Meloni ha detto che se non cambierà lo stesso, spera almeno che cambino le sue politiche. «Noi-ha continuato- abbiamo portato in Parlamento un’agenda sovranista, una serie di proposte che vanno dalla tassa piatta sui redditi incrementati sino al tema della lotta alla concorrenza sleale rispetto al commercio da parte degli extracomunitari e via dicendo». Sulla questione FCA-Renault ha spiegato l’onorevole: « ci amareggia l’assenza del governo italiano perché quello che si è dimostrato sull’accordo FCA-Renault è che le altre nazioni badano ai loro interessi tendenzialmente fregandosene del mercato libero. L’accordo salta perché le condizioni poste dallo Stato francese e cioè la necessità di avere la sede legale in Francia ed un membro di rappresentanza del governo francese all’interno del CdA sono state considerate irricevibili.Però, mentre noi avevamo una Francia che di fronte ad un accordo così importante stava lì a chiedere spazi per sé, non abbiamo sentito una parola da parte del Governo italiano che credo non abbia neanche convocato l’azienda per chiedere quali fossero i margini del contratto e, quindi, dobbiamo sempre ricordarci come si muovono gli altri partner europei». A precisa domanda sulla durata dell’attuale governo la Meloni ha affermato:«io non faccio il veggente, mi occupo di politica, lavoro seriamente per cercare di costruire un’alternativa perché ritengo che questo Governo non abbia dato agli italiani le risposte che meritavano e non sia in grado di darle. Con il voto del 26 maggio abbiamo dimostrato che un’altra maggioranza è possibile».








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