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  • Immagine del redattoreGabriele Magagnini

TORNA A FAR SENTIRE LA SUA VOCE IL COMITATO PER LA DIFESA DEL PPI DELL'OSPEDALE DI RECANATI

LA NOTA:

<<Il comitato a difesa del Punto di Primo Intervento di Recanati, nato nel 2016 sulle preoccupanti notizie di un’imminente chiusura del Punto di Primo intervento del “Santa Lucia” e attento a una fondamentale rivalutazione della struttura ospedaliera locale, si è incontrato nei giorni scorsi con alcuni medici e infermieri per avanzare alla Regione Marche una serie di proposte fattibili per aumentare la risposta sanitaria dell’ospedale cittadino, purtroppo ridotto a ospedale di comunità, cioè a semplice struttura territoriale.

Le proposte riguardano la chirurgia ambulatoriale specialistica con l’introduzione, oltre che della dermatologia ed oculistica, anche di ortopedia, otorino e terapia del dolore; ciò consentirebbe non solo una vitale riduzione delle liste di attesa, ma anche e soprattutto un ripotenziamento del nostro nosocomio, pressoché a costi strettamente ridotti.

L’equipe di professionisti, assieme al portavoce del comitato (il medico di famiglia dott. Marco Buccetti), ha proposto di trasferire da Macerata a Recanati 4 attività ambulatoriali a settimana della terapia del dolore: ciò significherebbe poter contare, in maniera continuativa settimanale, nella presenza di anestesisti utili a garantire la sicurezza degli interventi chirurgici. Peraltro, poiché nell’ospedale recanatese vi sono ben due funzionali camere operatorie, si potrebbe pensare seriamente ad una ripresa dell’attività di chirurgia breve su tre giorni a settimana. La presenza dell’anestesia sarebbe utile anche per il Punto di Primo intervento; su quest’ultimo il Comitato insiste da tempo affinché esso sia dotato di personale dedicato, cioè che presti servizio in maniera esclusiva per l’emergenza del Santa Lucia (senza che i due attuali medici, che operano nel reparto di medicina trasformato in cure intermedie e posti letti di lungodegenza, debbano anche curarsi degli utenti che affluiscono al Punto di emergenza). Così strutturato il PPI potrebbe fungere da filtro per le strutture di livelli superiori. Per essere pienamente funzionate, però, dovrebbe anche godere di servizi di supporto come la radiologia, aperta nell’arco delle 12 ore diurne, dalle 8 alle 20 e con reperibilità nelle ore notturne. Per l’attività di emergenza è stato chiesto inoltre che si riveda il protocollo che impone l’obbligo di trasportare chi viene soccorso solo al punto di emergenza dell’ospedale di riferimento territoriale: una scelta che è stata sino ad oggi fortemente fallimentare con perdite di vite umane perché si rischia che un paziente in emergenza domiciliare venga trasportato al Pronto soccorso di riferimento senza una diagnosi strumentale certa o, comunque, più vicina alle reali condizioni del paziente stesso. Successivamente, effettuata la diagnosi al Pronto soccorso, viene trasportato verso la struttura idonea con dispendio di economia, tempo e salute per il paziente e l’Asur.

Il comitato pro ospedale ha rimarcato anche il fatto che la Tac all’ospedale di Recanati non è funzionante e che il laboratorio analisi ha le prenotazioni limitate quando potrebbe, invece, servire giornalmente molti più utenti che finiscono per essere dirottati verso altre strutture pubbliche e private. Infine, cosa altrettanto importante, è il vecchio reparto di medicina che deve ritornare ad ospitare un servizio di lungodegenza vera e propria, utile per alleggerire i ricoveri post operatori degli ospedali di livello superiore.



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